C’è stato un tempo in cui un inestetismo fonte di disagio doveva essere nascosto e camuffato, un tempo in cui, in mancanza di vere e proprie terapie e cure scientifiche, bisognava arrangiarsi con trucchi e rimedi naturali.
La preoccupazione per il proprio aspetto esteriore è una caratteristicha innata nell’uomo: fin dall’antichità abbiamo testimonianze di pratiche estetiche e cosmetiche, la storia e la letteratura ne sono piene. Alcune sono addirittura diventate leggenda come Poppea e il bagno nel latte d’asina per prevenire le rughe della pelle.
Plinio ci racconta che per curare gli sfoghi d’acne bastava spalmarvi sopra del burro, mentre per eliminare le lentiggini bisognava solo cospargele con una mistura di fiele di capra, formaggio e zolfo. Leggendo queste testimonianze possiamo ritenerci fortunati ad essere nati nel nostro secolo, chi vorrebbe usare prodotti del genere?
Con il passare dei secoli è cresciuta molto l’attenzione all’aspetto psicologico, soprattutto nell’età moderna: non conta soltanto l’inestetismo in sè ma piuttosto il disagio che questo crea con sè stessi e nei rapporti con le altre persone.
Quando nasce quindi la medicina estetica? La parola medicina, affiancata all’appellativo estetica, compare a Parigi per la prima volta nel 1973 ad opera del medico endocrinologo Jean Jacques Legrand. Il suo intento era quello di creare una branca volta non solo alla correzione dei vari inestetismi del corpo, ma soprattutto alla realizzazione di uno stato di benessere psico-fisico.
Questa nuova filosofia nasce dell’intuizione che l’uomo è sano quando è in armonia, con la propria dimensione fisica certo, ma anche e sopratutto mentale. Come dargli torto? Quante volte ci sentiamo insoddisfatti del nostro aspetto e questo ci rende così insicuri da non riuscire a vedere altro oltre a quel particolare difetto.
Nella seconda metà degli anni ottanta comincia a cambiare il ruolo della medicina estetica diventando medicina preventiva: invece di occuparsi solo dell’inestetismo bisogna correggere le cattive abitudini per prevenirlo.
In ogni caso è molto riduttivo considerare la medicina estetica solo come un miglioramento estetico: in realtà il suo obiettivo è la conquista dell’armonia che consente di vivere una vita serena, in pace con sè stessi e con la propria immagine. Conoscere e accettare il proprio corpo, imparando ad amarne ogni singola parte è l’unico modo per poter raggiungere quell’equilibrio individuale che noi tutti desideriamo: guardarsi allo specchio sorridendo. Quello che molto spesso non consideriamo che il disagio più grande che un inestetismo procura, non è al nostro corpo, ma alla nostra mente.
Per fortuna oggi si è molto più attenti a questo aspetto così importante: risolvere l’inestetismo fisico è solo l’ultimo passaggio di un percorso di accettazione psicologica del proprio corpo che parte dalla consapevolezza di sè e dalla propria autostima.
La medicina estetica è quindi una medicina per migliorare la qualità della vita, è la prova che la salute non è solo l’assenza di malattie, ma uno stato di benessere psico-fisico, un’armonia tra il corpo e lo spirito.